È noto, chi mi conosce sa del mio immenso amore verso gli animali, tutti.
Siano domestici come cani o gatti, siano essi più selvatici come le lontre che ogni tanto vedo nuotare nel fiume, o i rapaci, infinitamente liberi là dove l’uomo solo attraverso una strumentazione meccanica può arrivare.
Sono profondamente convinta che nel nostro piccolo possiamo – se ci impegniamo nella nostra messa in discussione – migliorarci e migliorare l’ambiente che abitiamo, sia esso lavorativo o privato.
Passo ogni giorno ad ammirare le interazioni tra i miei 9 animali (7 gatti e 2 cani) ed ogni giorno, scusate sono un po’ di parte, sono sempre più convinta di avere l’occasione di poter da loro apprendere ad essere un’umana e professionista migliore.
Non potranno certo formarmi a livello lavorativo, s’intende, ma basta osservare come si gestiscono in branco per prender spunto e fare lo stesso nella quotidianità. Perché il team working è importante. Oserei dire fondamentale.
Loro – involontari maestri- ci possono insegnare a sviluppare quelli che io ritengo essere le fondamenta: i soft skill.
Il silenzio ad esempio: Botero, il gatto più anziano della casa sta sempre zitto ed osserva. Interviene raramente – ed in maniera alquanto autorevole – solo e se c’è necessità come ad esempio baruffe fra i maschi più cuccioli.
La leadership e la lotta per ottenerla: Bons e Chic – due dei 2 gatti più giovani, un anno e mezzo circa – ne sono un plateale fallimento. Le loro baruffe, i loro litigi, i loro reciproci dispetti mi mostrano l’immaturità di un essere vivente che VORREBBE essere leader ma leader non è.
Perché, e tutti lo sappiamo, un leader deve essere riconosciuto da chi lo seguirà e non imposto.
La leadership è in primis dote naturale che presuppone l’ascolto ( quello di Botero per intenderci, che guarda con le orecchie tutto e tutti con la calma che la sua sicurezza in se stesso gli dà).
La leadership è capacità di delega: ovvero sapere cosa e a chi delegare…proprio come fa Zoe, il mio amato cane tredicenne cieco che tanta Vita ha vissuto e che di sprecare energie non ne ha voglia.
E quindi cosa fa? Se i cinque gatti della banda bassotti di un anno e mezzo fanno troppa confusione lei, sorniona ma sempre attenta, fa semplicemente leva sul carattere dell’altro cane, un chihuahua, Ercole che non vede l’ora di sfogare le sue energie dividendo gatti che si soffiano o che saltano per errore sul divano (suo territorio nda).
Qui da me la leader, quella che ho in mente io, è Zoe. Ha Fiducia – in primis – in tutti.
Requisito indispensabile quando lavori in team.
Sa delegare all’essere vivente giusto e, quando si fa sentire abbaiando perché è successo qualcosa di veramente grave, la ascoltano tutti.
Semplicemente perché tutti le riconoscono AUTOREVOLEZZA non AUTORITÀ.
Sarà banale ciò che dico ma imparare ad osservare ed ascoltare, cercando di eludere i tanti pregiudizi che ci fanno mal interpretare il mondo con le sue tante sfumature, può solo aiutare a comprendere meglio chi abbiamo di fronte.
Se capiamo chi abbiamo di fronte comprendiamo i suoi punti di forza ed i suoi punti di debolezza, proprio come Zoe fa con Eva, l’ultima gatta arrivata, che tutela e protegge perché Eva ha ancora paura dei suoi simili e si fida solo di me – che le ho dato una casa – e di Zoe, che le infonde sicurezza.
Ecco allora che, per chi ama gli animali e riesce a trovare dei parallelismi, essi possono aiutarci davvero nelle nostre interazioni ed a migliorare lei, si, proprio lei, anima dei soft skill: l’intelligenza emotiva, ancora troppo spesso sottovalutata.
